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Venti di guerra?

  • Edoardo Venturini
  • 9 apr 2017
  • Tempo di lettura: 2 min

Trump, la Siria, Putin, l’Europa. Litigi, dispute e bombardamenti, il mondo è davvero sull’orlo di una nuova guerra?


Venerdì pomeriggio, Mosca, il primo ministro Russo Medvedev in una nota dichiara che i rapporti tra Usa e Russia sono ai minimi termini e sostenere che lo scontro armato tra le due potenze sia vicino non è sbagliato. Parole di intimidazione? Forse. Fatto sta che le relazioni tra le due potenze siano ai livelli della guerra fredda.


Nella notte di venerdì infatti Donald Trump, che si trovava nella sua residenza in Florida con il presidente cinese Xi, ha dato ordine di lanciare 59 missili terra aria verso una base dell’aviazione siriana in risposta all’accusa nei confronti del regime di Assad di aver compiuto una strage di civili con il gas. Le risposte non si sono fatte attendere e se i leader europei si sono schierati ab initio con Trump, strano ma vero, il Cremlino ha accusato in maniera chiara Washington di aver colpito una “nazione sovrana senza autorizzazione dell’Onu”. Da quel momento di nemmeno 72 ore fa le relazioni tra gli Usa e la Russia sono ridotte all’osso, tra stoccate di entrambi le parti ed una situazione delicata e rischiosa.

La Russia infatti difende a spada tratta il Presidente siriano Assad come unico, sostiene, interlocutore valido nella lotta al terrorismo jiadista. Gli Usa dal canto loro, come l’Europa, a seguito della strage con armi chimiche compiuta, dicono a Washington, da Assad non ritengono più quest’ultimo adatto a rimanere a capo della nazione.


Ci eravamo tanti amati


E pensare che Vladimir aveva nutrito molte speranze nel nuovo presidente, anche attraverso dicono i maligni, qualche aiuto in campagna elettorale. In molti con la sconfitta di Hillary Clinton avevano pensato ad un miglioramento delle relazioni tra i due paesi che invece oggi, a nemmeno 3 mesi dal giuramento, sembrano drasticamente interrotte.


Gli scenari

Cosa realmente accadrà non lo sa nessuno. In molti credono che nessuno dei due paesi abbia voglia di prender parte ad una guerra dagli esiti infausti. I due paesi sono divisi su molti aspetti dell’attuale conflitto in Siria e le decisioni che prenderanno potrebbero essere determinanti non solo per il futuro del Medioriente ma anche del mondo intero.


Aprite gli occhi


In tutto ciò chi davvero soffre da anni sono i bambini siriani, uccisi a decine ogni settimana, senza nessun diritto a poter amare la loro vita. Per questo chi oggi ha le redini del mondo dovrebbe pensare a loro come primo segnale che porti verso la fine veloce della guerra siriana.


 
 
 

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